Comuni
Comune di Bertinoro
Bertinoro: informazioni turistiche
CENNI GEOGRAFICI
Abitato sin dalla preistoria, come attestano i numerosi reperti risalenti all'età del ferro ritrovati in zona, Bertinoro ebbe un primo e più consistente sviluppo in epoca romana quando, a valle dell'attuale centro abitato, sorse l'insediamento elevato a municipio col nome di Forum Truentinorum. Tra il IV ed il V secolo d.C., a causa delle invasioni barbariche, la popolazione si trasferì sul monte Cesubeo, dove attualmente sorge il paese. L'origine del toponimo viene ricondotta tradizionalmente ad una frase esclamata da Galla Placidia, figlia di Teodorico, che bevendo da una brocca il vino Albana prodotto nella zona, fece notare come, per la sua bontà, sarebbe stato più giusto berlo in un calice d'oro ("berti in oro"). Le prime notizie del Castrum Cesubei si hanno a partire dal 1003, quando il paese, di proprietà della chiesa ravennate, venne concesso ad Ugo di Bertinoro. Tornato nel 1048 alla chiesa ravennate, a cui rimase per i due secoli successivi, Bertinoro fu al centro di continue lotte fra diverse famiglie romagnole (Calboli, Ordelaffi, Polenta, Malatesta) tra il XIV ed il XV secolo. I Malatesta, avuto il sopravvento, rimasero a capo di Bertinoro fino al 1493, anno in cui il castello passò nelle mani di Caterina Sforza. Due anni dopo tornò in possesso della Santa Sede, a cui rimase sia dopo il breve periodo di dominazione borgiana (1500-1503), sia dopo l'esperienza napoleonica a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. FONTE:www.romagnaonline.it
CENNI STORICI
Il primo nucleo abitato, risalente all’età del ferro, acquistò una certa rilevanza sotto i romani, specie dopo la costruzione della via Emilia; elevata a municipio, fu distrutta durante le invasioni barbariche: la popolazione cercò riparo in luoghi più sicuri e diede vita a un nuovo insediamento nel sito attuale. Il toponimo, che in documenti medievali compare nelle forme di Brittinorum, Bretenoro e Bretanorium, deriva dal latino BRITTI, ossia ‘bretoni’, col suffisso -orum, probabilmente riferito alla presenza sul posto di una comunità di monaci bretoni, nell’alto Medioevo; non manca però chi si richiama a un nome di persona come Berto o Bretto. Separata dal resto dei possedimenti dell’esarcato di Ravenna dall’imperatore Ottone III, fu eretta in contea e dotata, verso il secolo XI, di una possente rocca, che in breve tempo divenne una delle fortezze più temute della zona. Il suo prestigio crebbe di pari passo con quello del locale castello che, dopo aver ospitato, nella seconda metà del 1100, Federico Barbarossa, con tutto il seguito, fu scelto come residenza di potenti famiglie, quali gli Sforza e i Borgia, divenendo sede del vescovado, dal XVI secolo. Pregevole è il patrimonio storico-architettonico. Oltre alla rocca, ristrutturata più volte, e ai resti dei torrioni, delle porte e delle mura medievali, degni di nota sono: il palazzo comunale (XIV sec.), con la torre dell’orologio; la trecentesca colonna delle Anella o dell’Ospitalità; la cattedrale di Santa Caterina e, in località Polenta, la chiesa di San Donato, alla quale Giosuè Carducci dedicò un’ode.
LUOGHI DI INTERESSE
La Festa dell’Ospitalità è un’ottima occasione per visitare Bertinoro, nell’entroterra romagnolo, a metà strada fra Forlì e Cesena. Percorrendo le vie acciottolate del borgo, fra palazzi storici, chiese e abitazioni e i sentieri che costeggiano i resti dell’antica cinta muraria, l’atmosfera è decisamente suggestiva. Da Via del Soccorso, la strada che porta alla Rocca, si può ammirare il panorama fino alle colline di Monte Casale e di Teodorano e la zona di Forlì. Sulla stessa via si incontra la Porta del Soccorso da cui nel 1172 la contessa Aldruda Frangipane fece uscire il suo esercito per portare aiuto alla città di Ancona che era assediata dall’arcivescovo Cristiano di Magonza e dai Veneziani. Uno degli elementi architettonici rappresentativo di Bertinoro è la Rocca (detta del Barbarossa). Fu fatta costruire nei primi decenni del X secolo dai Conti di Bertinoro; per la sua posizione privilegiata e strategica fu una delle opere difensive più temute del tempo e un rifugio sicuro dagli assalti dei nemici. Fu possesso ambito e fu dimora di molti nobili personaggi (i conti Cavalcaconte, Federico Barbarossa nel 1177, i Malatesta, gli Sforza, i Borgia) e dal XVI secolo divenne sede vescovile. Dal 1994 la Rocca è sede del Centro Residenziale Universitario legato all’Alma Mater Studiorum di Bologna e ospita corsi di formazione, convegni e seminari. Al piano terra è situato il Museo Interreligioso, un museo unico nel suo genere in Italia, dove si trovano sale dedicate ai luoghi, ai gesti e agli oggetti che legano l’uomo e la sua storia ai culti delle tre religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Scendendo verso Piazza Ermete Novelli, piazza dedicata al grande maestro d’arte drammatica, sulla destra si trova la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, che fu fondata da reduci garibaldini nella seconda metà dell’Ottocento; tramite essa venivano concessi prestiti sull’onore per sostenere le persone in difficoltà. Passando poi Via Oberdan e Via del Fossato si arriva all’antico ghetto ebraico nella Contrada Mainardi che rappresenta un delizioso angolo del borgo bertinorese. Interessante è Piazza della Libertà che rappresenta il vero cuore di Bertinoro: dalla terrazza che è stata ottenuta all’inizio del secolo abbattendo alcuni palazzi che ne chiudevano la vista; da qui si gode di un bellissimo panorama che comprende, oltre la pianura, la riviera adriatica, da Rimini a Ravenna. Bertinoro non a caso è da sempre noto come il Balcone della Romagna. Sulla Piazza della Libertà si affaccia la Cattedrale che fu ultimata nel 1600; è a tre navate e fu arricchita negli arredi durante il XVI secolo dai Vescovi che vi si sono succeduti. Al suo interno si trovano pregevoli opere come la Beata Vergine con Bambino e i Santi Apostoli Pietro e Paolo di Francesco Longhi del 1600, la pala d’ altare di scuola bolognese del sec. XVIII che raffigura le Nozze mistiche di Santa Caterina d’Alessandria, patrona della città, e un grande Crocifisso di legno di scuola italo-tedesca del XVI secolo. Sempre sulla Piazza della Libertà si trova il Palazzo Ordelaffi, sede municipale. Fu costruito nel 1306 da Pino degli Ordelaffi; fu rimaneggiato più volte e l’unica parte originaria è il portico con le volte a vela e le colonne in sasso spungone. Il restauro effettuato negli anni ’30 gli ha conferito un aspetto medievaleggiante. Nel piano nobile, sede attuale degli uffici comunali e dello studio del Sindaco, si trova il salone principale, detto “del popolo“, poichè in passato vi si riunivano i cittadini per deliberare. Nella sala “dei Quadri“ sono esposte sei tele della seconda metà del settecento di Antonio Zambianchi di Forlì, che raffigurano gli episodi più significativi della storia della città; inoltre fanno parte dell’arredo della sala, mobili e bronzetti appartenuti ad Ermete Novelli. Infine nella “sala del Consiglio“, dove si svolge l’attività politica di bertinoro, si trovano i ritratti dei vescovi di famiglia bertinorese. Il pianterreno nell’Ottocento era occupato da botteghe e negozi. Accanto a Palazzo Ordelaffi si trova la Torre Civica, che un tempo era molto più alta e fungeva da faro per i naviganti. Al suo interno è collocata una campana del 1516, che veniva suonata alla fine delle contese e per festeggiare l’arrivo della pace dopo le guerre. Sotto il terrazzo di Piazza della Libertà si trova un altro degli emblemi di Bertinoro: la Ca’ de Be’ (Casa del Vino), un locale panoramico inaugurato dal Tribunato di romagna e dall’Ente Tutela Vini nel 1971; vi si possono degustare i rinomati vini romagnoli. La Ca’ de Be’ ospita al suo interno l’esposizione degli antichi utensili per la vinificazione oltre che suppellettili e cimeli; nel terrazzo esterno sono collocate la Campana dell’Albana, con interessanti bassorilievi, del maestro Bardeggia e la pigiatura dell’uva in ceramica di Dalmonte. (chiusa il lunedì) Partendo da Via A. Dolcini si giunge a Via delle Mura, una strada acciottolata posta dove passava la cinta muraria. All’aperto, esposte in teche, si possono vedere dal 2003 sei dipinti di illustri artisti contemporanei che raffigurano i mestieri scomparsi nella Via detta anche “Custarena”. Bertinoro è inoltre “Città del Vino” e fa parte delle Associazioni “Res Tipica” legate all’ANCI; partecipa a selezioni e fiere nazionali e internazionali; i suoi vigneti producono vini bianchi e rossi. Il più importante vino è il dorato Albana, primo vino bianco italiano ad ottenere il riconoscimento DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Fra i vini rossi, primo fra tutti il Sangiovese: pare che i frati cappuccini di Santarcangelo intorno al 1600 vinificato questo vino lo chiamassero Sangiovese, “Sanguis Jovis”, sangue di Giove per il suo colore rosso rubino, con sentori di viola e frutti rossi. FONTE: http://fuoridalcaos.com/bertinoro-terra-ospitalita/
.
.
.
.
.
.
.
.
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diBertinoro
Agriturismi nel Comune di Bertinoro Tot: (1) -
Hotel nel Comune di Bertinoro Tot: (2) -
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie nel comune di Bertinoro
Bertinoro (Comune) -
Trattoria Mingaren Albergo (Hotel) -
Hotel Panorama (Hotel) -
Fattoria la Quercia (Agriturismi) -