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Gatteo : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diForli-Cesena.

Comuni

Comune di Gatteo

Gatteo: informazioni turistiche

CENNI GEOGRAFICI

Il territorio comunale di Gatteo, situato in una fertile pianura, ha una conformazione allungata ed è delimitato dai fiumi Rigossa e Rubicone, estendendosi fino al mare Adriatico, circondato dai Comuni di Cesenatico, Gambettola, Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli. Fa parte della Regione Agraria n. 4 - Pianura del Forlivese e di Cesena. Si estende nella parte centro-orientale della provincia, nei pressi del fiume Rubicone, alle spalle della riviera romagnola, tra il mare Adriatico e Gambettola, Cesenatico, Savignano sul Rubicone e Longiano.

CENNI STORICI

Gatteo nasce come stanziamento romano, sorto in vicinanza dell'antico "Compitum" - l'attuale San Giovanni in Compito; ne sono testimonianza i numerosi reperti archeologici quali: mattoni, marmi, metalli, monete e statue, ritrovati in tutta la zona circostante. Sull'origine del nome sono state formulate invece diverse ipotesi: una relativa all'iscrizione di un antico marmo del II secolo d.C. rinvenuto nei pressi di una delle zone sepolcrali riminesi, sul quale compare per la prima volta "Gattae" riferito a Caio Mario Gatta, liberto di Caio; un'altra definisce il termine Gatta - oscillante poi nelle forme "Cathei o Catei", "Gathei" "Gattei" - come un genitivo di possesso. Gatteo è un nome fondiario (fundus Catei) ma formatosi nel medioevo" (sec. XII) diventando poi nel 1311, "Tumba Ghatei", cioè casale con abitazione padronale o fortificata e successivamente "Commune" (1358) e "Castrum" (1371). Un'altra teoria è l'esistenza di un "Castrum Chati" ovvero accampamento dei Chati o Chatei, popolo celtico che si insediò, per benevola concessione dei Romani, dopo la sconfitta, nella zona compresa fra Rubicone e Savio. Nei secoli precedenti l'anno Mille, il territorio di Gatteo era caratterizzato da grandi boscaglie e paludi malsane, a causa di particolari condizioni climatiche e meteorologiche quali inondazioni e inverni assai rigidi durante i secoli dal V all' VIII. Le prime opere di bonifica del territorio iniziarono verso il secolo IX a cura della Chiesa Ravennate e dei grandi monasteri e Abbazie che disponevano, grazie ai loro monaci, di valida manodopera. Alla fine del X secolo sorse una struttura di difesa l'"Aggero Gatthei" (Aggeres: tipo di fortificazione o accampamento, che prese il nome da Giulio Cesare, di forma quadrilatera delimitato da una staccionata e da un fossato), fortificato da un muro ad una testa, che cominciò a prendere le sembianze di "Castello". Nei sec. XIII - XIV Gatteo diventò Comune medievale, una forma politica autonoma di governo cittadino con poteri conferiti ai Consoli. Con l'avvento del dominio dei Malatesta di Verucchio proseguì dal 1311 il consolidamento del Castello di Gatteo che, come altri costruiti in quel tempo, aveva prevalentemente carattere abitativo-difensivo data l'esigenza di assicurare le dimore e difenderle da attacchi esterni e saccheggi. Lo circondava una fossa piena d'acqua e vi si accedeva solo attraverso un ponte levatoio in legno. Nel 1353 "Castrum Gatthei, situato nella pianura tra la strada maestra e il mare Adriatico faceva parte del Vicariato di Santarcangelo, dopo essere stato sottratto come Comune alla giurisdizione del Malatesta e posto sotto il dominio del Papa. Verso il 1431-1432, compare a Gatteo Erasmo da Narni detto Gattamelata, capitano di ventura agli ordini di Papa Eugenio IV. A questo personaggio venne erroneamente attribuito l'origine dello stemma comunale di Gatteo. Nel 1452 il Papa Niccolò V concesse tutto il territorio di Gatteo in feudo ai Conti Guidi di Bagno e nello stesso anno (il 19 agosto) vennero stabiliti i confini territoriali fra il Comune di Cesena e quello di Gatteo. A questo periodo risalgono l'Oratorio di San Rocco, costruito nel 1484, in seguito alla terribile pestilenza del 1458-1461 e la Chiesa di Sant'Antonio Abate con l'annesso ospedale in funzione già dal 1467. Agli inizi del '500 Gatteo faceva parte del Ducato di Romagna, che ebbe vita breve in seguito all'invasione dei Veneziani, i quali spodestando il Duca Valentino nel 1505 permisero il ripristino del sistema feudale con il ritorno, nel 1516, dei Conti Guidi di Bagno, i quali, salvo brevi interruzioni, rimasero al potere fino al 1656, quando il Feudo di Gatteo tornò direttamente nelle mani del Pontefice. Da quel momento Gatteo ebbe un governo stabile e vide sorgere quella che è l'attuale struttura del paese, con l'ampliamento delle abitazioni attorno al castello. Nel 1541 la Chiesa di San Lorenzo diventa Parrocchia e nel 1554 viene tolta dalla dipendenza di San Giovanni in Compito ed ottiene un proprio Fonte battesimale. Nel 1576 il marchese Fabrizio Guidi Di Bagno, nell'area prospiciente il castello, edifica un oratorio o chiesa dedicata alla Madonna del Popolo nel luogo dove, già dal 1400, esisteva un sacello intitolato a Santa Maria in Lacrimis. Da qui ha origine poi l'attuale chiesa parrocchiale nel 1819. Nel 1610, il Consiglio della Comunità di Gatteo, su proposta del marchese Di Bagno, divise il territorio comunale in undici quartieri. Ad ogni quartiere veniva assegnato un capo-quartiere o balitore scelto - ad estrazione - fra tutti i residenti di un certo ceto di quel determinato quartiere. Tale carica durava quattro mesi. Giuseppe Garibaldi, diretto a dar man forte alla resistenza di Venezia, il 1º agosto 1849 attraversò il territorio passando per Gatteo con oltre duecento garibaldini; sostò nel borgo e proseguì per Sant'Angelo dove si fermò a riposare una notte in un'abitazione in via Fiume e si abbeverò nel vecchio pozzo davanti alla farmacia ora appena sotto il manto stradale per arrivare poi alle Due Bocche (Gatteo a Mare) e di qui giungere a sorpresa a Cesenatico, per salpare poi con tredici bragozzi chioggiotti alla volta di Venezia. Ammainata la bandiera dello Stato Pontificio e messa al suo posto quella tricolore, Gatteo, dopo essere passato al Regno d'Italia, divenne Comune autonomo con decreto del 30 marzo 1860.

LUOGHI DI INTERESSE

Sicuramente il luogo di maggior appeal è rappresentato dal mare che conformemente alla filosofia della Riviera romagnola offre la possibilità di vivere il soggiorno fra divertimenti, relax ed una cultura enogastronomica che caratterizza tutta la Romagna e quindi anche il comune di Gatteo. Ma Gatteo non è solo balneazione, il centro storico infatti è ricco di storia e cultura. Il castello sorge nel XIII secolo presumibilmente sul luogo di un preesistente accampamento romano. Nel corso dei secoli è soggetto a diverse trasformazioni. Ha una configurazione quasi quadrangolare ed è munito di una torre e cinque baluardi e circondato da una larga fossa, in origine sempre piena d'acqua, oltrepassabile con un ponte levatoio. Nel lato orientale della cinta muraria si trova l'ingresso, costituito da un arco a tutto sesto sormontato da una torre quadrata, il cassero, dove sono ancora visibili le corsie per lo scorrimento delle travi che azionavano il ponte levatoio; e sulla sommità del cassero la seicentesca torre civica. Nella seconda metà del '700 le mura, ad eccezione del lato orientale che conserva avanzi dei beccatelli e della muratura, vengono abbassate e di conseguenza la fossa circondante il castello completamente riempita di terra ed il ponte levatoio, unico accesso all'edificio, sostituito con un ponte in pietra. All'interno non è conservato niente di interessante dal punto di vista storico-artistico. Il campanile di Sant'Antonio Abate rappresenta i resti di una delle più antiche chiese di Gatteo, Sant'Antonio Abate, costruita nel 1467 o forse prima e distrutta nel 1944. Annesso alla Chiesa vi era un ospedale poi divenuto congregazione di carità. La chiesa più antica dopo la demolizione di San Lorenzo nel 1821, è San Rocco, costruita nel 1484 circa in occasione delle pestilenze del 1435-36 e del 1458-61, nel rispetto del culto di San Rocco quale Santo al quale veniva richiesta protezione contro la peste. La struttura dell'Oratorio, o Chiesetta a capanna, è molto semplice: ha una sola navata con struttura lignea e pochissime aperture costituite da un piccolo rosone sul portale d'ingresso ed una finestra, anche se all'origine vi erano un'altra finestra ed una porta laterale che conduceva all'attiguo cimitero (poi trasferito alla periferia del paese), ora entrambe murate. Internamente era decorata con dipinti dei Santi più venerati in quel tempo e nel 1571 risulta fosse dotata di cinque altari con confraternita. L'altare maggiore era sovrastato da un'immagine di San Rocco piuttosto vecchia e corrosa, che fu poi ridipinta all'esterno della Chiesa sul timpano che si trova sulla porta d'ingresso. Gli affreschi originariamente presenti sulle pareti interne, sono stati completamente restaurati. Le pitture votive legate ai periodi di pestilenza risalgono ai secoli XV-XVI e rappresentano oltre a San Rocco e San Sebastiano, la Madonna con Bambino, Santa Lucia e la 'Crocifissione con la Maddalena e le pie donne. I Santi riportati negli affreschi sono: San Rocco, vestito da pellegrino che indica con la mano la coscia ulcerata da una piaga purulenta, oppure una ferita, come se ne fosse stata tratta una freccia; San Sebastiano, il quale trafitto dalle frecce vuole simboleggiare, metaforicamente, la scongiura del terribile morbo. Nella credenza popolare, riferita all'epoca degli affreschi, si voleva paragonare l'attacco della peste a quello delle frecce che si abbattono inaspettatamente sulle vittime ed il Santo allontana dai suoi protetti 'le frecce' della peste; San Cristoforo, secondo la credenza popolare bastava vedere la sua immagine per essere certi di non morire in giornata: 'guarda San Cristoforo e vai sicuro' si trova scritto in affreschi o statue; inoltre Sant'Antonio Abate, San Martino, San Giorgio, San Gregorio Magno, San Giovanni Battista, Santa Lucia, Santa Caterina da Siena ed altri.

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