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Sarsina : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diForli-Cesena.

Comuni

Comune di Sarsina

Sarsina: informazioni turistiche

CENNI GEOGRAFICI

Sàrsina (Sêrsna in dialetto romagnolo) è un comune italiano di 3.696 abitanti[2] della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna. Si trova sull'Appennino tosco-romagnolo, dista 35 km da Cesena e 50 km da Forlì. La vetta più elevata all'interno del comune di Sarsina è il monte Facciano (935 m slm), raggiungibile direttamente dal centro abitato di Quarto grazie a sentieri e mulattiere segnalate dal CAI (Club Alpino Italiano). Il toponimo è di etimo incerto, probabilmente di origine umbra, come la città stessa. E' patria del grande commediografo romano Plauto.

CENNI STORICI

Fondata dagli umbri verso il VI a.C., fu poi conquistata dai romani, che la elevarono a municipio. Il toponimo, che in documenti medievali compare anche come Saxina, Saxena e Sarxena, deriva probabilmente dalla tribù umbra dei sarsinati, cui va riportata la fondazione del borgo; non manca però chi si richiama al latino SAXUM, ‘sasso’. Dotata di strutture difensive, raggiunse il massimo splendore nel I secolo d.C., divenendo in seguito sede vescovile. Più volte devastata durante le invasioni barbariche, nell’alto Medioevo fece parte dell’esarcato di Ravenna, passando poi sotto il dominio dei longobardi, cui subentrarono i vescovi locali. Nella seconda metà del Duecento entrò nei possedimenti della Santa Sede, che l’aggregò a Cesena. Posta sotto la signoria dei Malatesta, degli Oderlaffi e dei Neri della Fagiola, all’inizio del XVI secolo fu conquistata da Cesare Borgia, che la cedette ai veneziani. Ritornata allo Stato Pontificio, fu unita a Meldola e infeudata agli Aldobrandini, ai Borghese e ai Pamphili. Di nuovo assoggettata al dominio diretto del papa, sul finire del Settecento venne occupata dalle truppe napoleoniche e annessa alla Repubblica cisalpina, tornando alla Chiesa dopo il congresso di Vienna, del 1815. Attiva ne fu la partecipazione ai moti risorgimentali, alle guerre d’indipendenza e agli ultimi conflitti mondiali. Pregevole è il patrimonio storico-architettonico, tra cui spiccano: la zona archeologica, con i resti del foro romano, il mausoleo di Obulacco e la casa di Plauto, grande commediografo latino, nativo del luogo; la basilica di San Vicinio, del secolo XI; il palazzo episcopale; il castello di Casalecchio San Martino e il palazzo comitale del Piano.

LUOGHI DI INTERESSE

IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE Si tratta di un unicum imperdibile. I materiali custoditi nel museo, istituito nel 1890, provengono soprattutto dalla località di “Pian di Bezzo”, dove è stata rinvenuta una necropoli romana di grande interesse. La zona fu investita nel III sec. d.C. da una frana, che ha favorito la perfetta conservazione del sito. Nelle sette sale del piano terra il visitatore andrà alla scoperta delle credenze e dei culti romani legati al mondo degli Inferi. Le stele funerarie, le epigrafi, le sepolture ed i mausolei conservati, che permettono di comprendere la composizione della società romana nel periodo I sec. a.C. – II sec. d.C., testimoniano la potente influenza esercitata da suggestioni e riti religiosi orientali ed egiziani. Da segnalare, all’interno della sede espositiva: il Mausoleo di Petus, quello di Rufus, il grande pavimento a mosaico del III sec. d.C. con il Trionfo di Dioniso, nonché la scultura ricomposta di Attis. LA BASILICA CATTEDRALE Intitolata a San Vicinio, primo vescovo della città vissuto nel IV sec., l’imponente chiesa fu probabilmente edificata nel X secolo. Le tracce di pronao in facciata ed il grande campanile in stile bizantino rendono ancora più autorevole il santuario affacciato su Piazza Plauto. L’interno custodisce alcune opere di pregio: l’ambone in marmo del XII secolo, di scuola sassone, con i simboli dei quattro evangelisti, un paliotto d’altare del X secolo, un fonte battesimale con teste di ariete angolari, probabile materiale di reimpiego. Nel presbiterio sono sistemati numerosi dipinti, tra cui la Visitazione di Michele Valbonesi da Ranchio, e la Messa di San Gregorio Magno, attribuita a Carlo Cignani. L’elegante cappella di San Vicinio narra, attraverso le quattro tele parietali di M. Valbonesi, i miracoli legati al culto del Santo. A tutte le ore del giorno è possibile imbattersi in qualche pellegrino desideroso di ottenere la benedizione del collare appartenuto al Santo patrono: al collare sono attribuite proprietà taumaturgiche in grado di scacciare il maligno. IL MUSEO DIOCESANO DI ARTE SACRA Il Museo di Arte Sacra è ospitato nei locali appartenuti al Vescovado. Vi sono custoditi paramenti sacri, ostensori e turiboli. Interessante la collezione di campane provenienti da chiese dei dintorni, datate a partire dal XIV secolo. Alcuni interessanti dipinti sono collocati nella ex cappella vescovile: la Madonna con Bambino, proveniente dalla Pieve di Montesorbo e attribuita a Bartolomeo di Maestro Gentile da Urbino, e due piccole tavole con i santi Pietro e Petronio. Completano la serie una tavola con Il riposo durante la Fuga in Egitto di M. Valbonesi da Ranchio. LA CASA DI PLAUTO Che sia leggenda o verità poco importa… La tradizione vuole che proprio a Sarsina sia nato il grande commediografo latino Plauto, di cui non esistono notizie certe. Perfino il nome non è stato accertato… L’edificio, di indubbia antichità, conserva parti di epoca romana. Plauto, cui Varrone riconduce un corpus di 21 opere di sicura attribuzione, avrebbe composto secondo la tradizione più di 130 commedie! I TORRICINI Le mura della città antica sono state trasformate e consolidate nel tempo. Risalgono al Settecento alcuni torricini fatti erigere dal Vescovo a protezione della sua residenza. Tra le manifestazioni di rilievo, il Plautus Festival (teatro, agosto), la Sagra della Pagnotta Pasquale e, in agosto, la Festa del Patrono S. Vicinio (cui è dedicata anche la Concattedrale, maggior monumento cittadino). http://www.itinerariinromagna.it

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